Il culturismo, chiamato anche bodybuilding («costruzione del corpo» in inglese), è una disciplina che tramite l’allenamento con pesi e sovraccarichi (resistance training) e un’alimentazione specifica si pone come fine il cambiamento della composizione corporea, aumentando la massa muscolare e abassando la percentuale di grasso corporeo, portando così gli atleti a confrontarsi sul palco in una condizione fisica ottimale. Il culturismo ha cominciato ad assumere le connotazioni attuali a partire dalla fine del XIX secolo in Europa. Uno dei pionieri più conosciuti fu l’atleta di origine prussiana Eugen Sandow (nato nel 1867) che si rese celebre per delle dimostrazioni itineranti in Francia, Regno Unito e Stati Uniti. La prima gara di bodybuilding fu organizzata dallo stesso Sandow e si disputò nel 1901 alla Royal Albert Hall di Londra davanti ad un pubblico di 15.000 persone, e fu chiamata The Great Competition. Ai premi in denaro si aggiunsero statuette d’oro, argento e bronzo raffiguranti Sandow stesso con un bilanciere a sfere, le stesse che si danno ancora oggi ai vincitori del Mr. Olympia. Curioso che come giudici furono chiamati proprio lo stesso Sandow, Sir Arthur Conan Doyle (sì, proprio lui, l’autore delle storie di Sherlock Holmes!) e Sir Charles Lawes, scultore inglese. Nel 1946 i fratelli canadesi Ben e Joe Weider danno vita alla IFBB (Interational Federation of Body Building), la federazione di bodybuilding più importante al mondo, e nel 1965 Larry Scott vince la prima edizione del Mr. Olympia. Da allora l’evoluzione di questo sport è stata costante, diventando popolare a livello mondiale, innalzando il livello di preparazione degli atleti al punto da assomigliare sempre più ai fumetti di Ken il guerriero. Uomini che non raffigurano più l’ideale della moltitudine di frequentatori di palestre: fisici con dimensioni che sembrano irragiungibili, separazione della massa muscolare dalla forza e dalla potenza fisica. Uomini con braccia più grandi delle cosce di un qualsiasi atleta natural e con addominali e linee alba in evidenza su ventri da donne incinte. Donne sempre più mascoline e lontane dal comune ideale maschile e femminile. Il bodybuilding professionista diventa così uno sport di elite riducendo enormemente il numero di affiliati alla federazione e di conseguenza il giro d’affari. I manager della IFBB a quel punto hanno pensato bene di creare nuove categorie, più appetibili alla stragrande maggioranza degli appassionati di fitness, come il Men’s Physique e il Classic per gli uomini, e poi la quasi totale scomparsa della categoria Hard con masse estreme per le donne e la nascita delle Bikini dai fisici gradevoli, asciutti e tonici, e delle Figure, più muscolose e “tirate” delle prime ma sempre senza perdere la propria femminilità. Purtroppo i parametri di valutazione variano a seconda del Paese in cui si svolgono le gare e talvolta anche in base alla composizione della giuria. Per cui avremo atleti che avendo volumi o definizione superiori rispetto ai parametri di categoria nazionale, si vedranno estromessi e spostati nella categoria open, per poi vedere magari i vincitori della categoria Classic essere ritenuti troppo “secchi” nelle competizioni statunitensi. Aspettando una linea comune di valutazione tra le varie nazioni vogliamo augurare buon allenamento a tutti gli atleti agonisti e non della b12!